In cooperation with Regione Siciliana and Fondazione G. Whitaker    
Missione Archeologica a Mozia
Sacello di Astarte
Dopo la distruzione dionigiana del 397 a.C. nel settore nord-ovest della Fortezza Occidentale venne ricavato un piccolo sacello, realizzato con un rifascio interno di strutture preesistenti. L'edificio, eretto su una sorta di podio, era composto da un vestibolo (L.1969), da un'antecella quadrangolare (L.1968) con una banchina in mattoni crudi rivestita da un intonaco di argilla lungo il lato nord-occidentale e da una cella trasversale (L.1938) con nicchia sopraelevata. Un corridoio separava il lato meridionale del sacello dal resto della Fortezza. L'ingresso, cui si accedeva dall'angolo della corte della precedente fortezza, era fiancheggiato da due ortostati calcarenitici risagomati e ricollocati. Due impronte rettangolari nel pavimento dell'antecella, davanti al tramezzo in mattoni crudi che la separava dalla cella, hanno suggerito la posizione di arredi cultuali, arule o statue (forse una coppia di sfingi apotropaiche, come sembrerebbe indicare il rinvenimento di un frammento marmoreo di una zampa con artigli).

La nicchia, fiancheggiata da due piccole ante, si apriva nel lato nord-orientale della cella e presentava, su un lato, inserito nell'intonaco, un deposito di fondazione formato da una piccola olpe. Sul pavimento della cella è stata rinvenuta, in frammenti, una statua in terracotta di un personaggio femminile, verosimilmente una divinità, priva della testa e delle braccia. Inoltre un gruppo di oggetti sacri appartenenti al sacello – diverse arule frammentarie, la zampa di sfinge marmorea già citata e una testa femminile in calcarenite, che, nonostante l'erosione, può essere ricostruita come la testa di una statua di Astarte – era stato deposto in una favissa scavata tra il muro nord-occidentale della cella e la cinta urbica, poco oltre la nicchia.

IL SACELLO DI ASTARTE / THE SHRINE OF ASTARTE

1. Il Sacello di Astarte / 1. The Shrine of Astarte

Dopo il 397/6 a.C. un sacello dedicato al culto di una divinità femminile viene ricavato nel settore nord-occidentale della Fortezza Occidentale [pannello Zona F.01]. Il sacello era composto da un vestibolo, da un’antecella quadrangolare nella quale era una banchina in mattoni crudi e da una cella trasversale che terminava in una nicchia sopraelevata che ospitava il simulacro divino. Il pavimento e le pareti del sacello erano finemente intonacate.
L’edificio nel suo lato nord-occidentale era stato appoggiato alle mura urbiche. Nell’antecella due impronte rettangolari nel pavimento hanno suggerito la posizione degli arredi mobili, arule o statue (probabilmente due sfingi apotropaiche). Particolare nella cella era la configurazione della nicchia e della piattaforma rialzata; sul lato destro meridionale la nicchia era delimitata da un’anta costruita da una lastra di calcarenite, mentre su quello sinistro settentrionale da un piccolo dente, presso il quale è stata rinvenuta una brocchetta dipinta inserita nella struttura muraria del sancta sanctorum a mo’ di deposito di fondazione. Alle spalle di questo deposito e in parte chiusa da esso era stata scavata una stipe e nel cavo tra le mura e il rifascio in mattoni che delimitava il sacello erano stati collocati i frammenti di diversi arredi cultuali: alcune arule, una decorata con il motivo dei grifoni che atterrano un equide, una con il motivo delle leonesse che atterrano un toro (soggetto scolpito anche su un insieme di lastre che dovevano campeggiare sul passaggio della Porta Nord della città), e una testa in calcarenite che rappresenta il reperto più significativo della stipe.

After 397/6 BC, a shrine devoted to the cult of a female deity was built in the north-western sector of the Western Fortress [panel Area F.01]. The shrine was formed by a vestibule, a quadrangular ante-cella with a mud-brick bench and a transversal cella ending in an above-ground niche where the divinity image was hosted. The floor and the walls of the shrine were finely plastered.
The north-western side of the building was leaning against the city-walls. In the ante-cella, two rectangular impressions in the floor suggested the position of furniture, such as arulae or statues (probably two apotropaic sphinxes). An anta formed by a limestone slab limited the right and southern side of the niche, while on its left and northern side was a small recess, where a painted juglet – likely the foundation deposit of the sancta sanctorum – was retrieved. Behind this deposit, a favissa had been dug between the walls and the mud-brick lining which enclosed the shrine. Placed there were the fragments of various cultic furnishings, such as a limestone head, which represents the most relevant finding, and some arulae: one decorated with the motif of a horse knocked down by a couple of griffins; the other with the motif of two lionesses bringing down a bull.

2. Il culto di Astarte / 2. The cult of Astarte

Astarte, il cui nome riecheggia quello della mesopotamica Ishtar, è una divinità femminile attestata già dalla prima meta del II millennio a.C. Nell’area siro-palestinese Astarte è la principale divinità femminile, compagna del dio principale Ba’al, caratterizzata come dea dell’amore e della vita, strettamente connessa col ciclo vegetativo. Nel I millennio a.C. i Fenici introducono il suo culto nel Mediterraneo centro-occidentale (dove è identificata con Era Giunone, mentre in Oriente è identificata con Afrodite). Sono note diverse iconografie di Astarte e i suoi tratti non sono sempre ben definiti; nella Fenicia meridionale è tipica la sua raffigurazione in trono affiancato da sfingi.

Astarte, whose name echoes that of the Mesopotamian Ishtar, is a female divinity attested since the first half of the 2nd millennium BC. In the Syro-Palestinian area, Astarte is the principal goddess and the companion of the god Baal, characterized as the goddess of love and life, closely connected with the vegetative cycle. In the 1st millennium BC, the Phoenicians introduced her cult in the central-western Mediterranean (where she was identified with Juno, while in the East it was identified with Aphrodite). Different iconographies of Astarte are known and her traits are not always well defined; in southern Phoenicia the typical iconography is her representation on a throne flanked by sphinxes.