"La Sapienza a Mozia". Quarant'anni di ricerca archeologica, 1964-2004
La mostra "La Sapienza" a Mozia. Quarant'anni di ricerca archeologica, 1964-2004, inaugurata il coincidenza con la
seconda Giornata Romana di Studi Moziesi "Antonia Ciasca", il 27 febbraio 2004, è stata un'occasione per ripercorrere
in modo semplice e documentato il percorso compiuto da una delle imprese scientifiche sorte quattro decadi or sono
dall'attività febbrile dell'allora Istituto di Studi del Vicino Oriente, fondato da Sabatino Moscati, oggi la Sezione
di Orientalistica del Dipartimento di Scienze dell'Antichità della Sapienza Università di Roma. La coincidenza del
quarantennale di Mozia con il settimo centenario della Sapienza è stata particolarmente felice poiché non c'è alcun
dubbio sul fatto che la qualità dei risultati ottenuti dalla Missione Archeologica a Mozia, come dalle altre missioni
storiche della Sapienza sorte in quegli anni e portate a fama mondiale da giovani intraprendenti e preparati, si deve
principalmente allo sforzo della continuità e del lavoro quotidiano, sempre inquadrato da un metodo rigoroso e da
un'acuta prospettiva storica, caratteristica questa precipua di tutti gli archeologi romani. Il merito va, dunque,
oltre che, ovviamente, ai protagonisti di tali imprese, alla Sapienza, ateneo capace di sostenere progetti di ricerca
ampi e prolungati con generosità e continuità, ma anche ai partner di tali imprese, in questo caso le autorità
scientifiche e amministrative della Regione Siciliana: l'Assessorato ai Beni Culturali e Ambientali e Pubblica
Istruzione, la Soprintendenza di Trapani e la Fondazione G. Whitaker, che hanno accolto con liberalità e lungimiranza
gli studiosi romani e compiuto insieme un percorso di approfondimento e valorizzazione di alta rilevanza scientifica.
Quale occasione migliore che la Giornata dedicata alla studiosa che di questa ricerca è stata l'artefice, in lunghi
anni di lavoro appassionato, per inaugurare la mostra? Quale occasione migliore per accettare la generosa offerta della
Soprintendenza di Trapani di arricchire il Museo dell'Arte Classica con la copia del "Giovane di Mozia"? La mostra è
stata un'esposizione documentaria rivolta principalmente al pubblico degli studenti del corso di studi in Scienze
Archeologiche, che ogni giorno godono della ricchezza del Museo dell'Arte Classica. Non si è trattato quindi solo della
presentazione di reperti, ma dei risultati degli scavi in senso ampio, includendo i contesti e la storia stessa della
Missione. I visitatori hanno potuto in questo modo conoscere meglio una delle ramificate radici dell'archeologia della
Sapienza, la cui storia ci sta a cuore perché essa costituisce la nostra identità accademica. La prematura scomparsa di
Antonia Ciasca ha costretto nel passato un'impresa che è ancora viva, sia perché i risultati del lavoro di Antonia
possono e debbono essere ancora apprezzati, sia perché essa è ripresa proprio con l'intenzione di seguirne le orme. Il
catalogo, che come la mostra non è una presentazione di opere, ma di scavi, ha voluto essere quindi una semplice
riproposizione dei materiali dei pannelli, offrendo anche una sintesi aggiornata e necessariamente divulgativa sui
risultati delle ricerche moziesi. Esso ha ripreso la suddivisione in sezioni dell'esposizione: la prima è stata
dedicata alla storia della ricerca archeologica a Mozia, mettendo in evidenza il contributo portato dalla Missione
congiunta della Sapienza e della Soprintendenza alle Antichità della Sicilia Occidentale alla conoscenza
dell'archeologia di Mozia e dell'archeologia fenicio-punica in generale; è seguita una presentazione della struttura e
dell'organizzazione della Missione attuale. La seconda sezione ha presentato i ritrovamenti effettuati dalla Missione
storica nei diversi cantieri oggetto delle ricerche in ordine cronologico: dal Tofet alle mura, dal Santuario del
"Cappiddazzu" all'abitato. La terza parte ha illustrato le scoperte effettuate nelle ultime due campagne nei nuovi
cantieri di scavo: la Zona C "Tempio del Kothon", la Zona D "Pendici Occidentali dell'Acropoli" e la Zona F "Porta
Ovest". Infine, una quarta sezione è stata dedicata al "Giovane di Mozia", la statua scoperta dalla Missione
dell'Università di Palermo, per illustrare la straordinaria acquisizione della copia del prezioso originale greco al
Museo dell'Arte Classica. La replica, realizzata con una tecnica d'avanguardia partendo da una scansione laser del
monumento, si è inserita infatti molto opportunamente nella collezione di calchi greci del Museo dell'Arte Classica e
bisogna essere quindi veramente grati all'Assessorato Regionale ai Beni Culturali e Ambientali e Pubblica Istruzione e
alla Soprintendenza di Trapani per il permesso accordato alla Sapienza Università di Roma di effettuare tale
riproduzione.