Nell'ambito dei lavori per il restauro e la musealizzazione del Tofet – resi possibili grazie a un finanziamento speciale
della Provincia di Trapani – la missione della Sapienza, in collaborazione con la Soprintendenza di Trapani, ha ripreso
nel maggio 2009 le indagini, avvalendosi di nuove importanti metodologie. Le ricerche si sono concentrate nel campo
d'urne, dove, oltre all'identificazione di un altare e di un'installazione per la deposizione di urne, è stata
evidenziata la distribuzione di quest'ultime in raggruppamenti (clusters) che sembrano riflettere una concentrazione dei
bambini sacrificati in base alla loro appartenenza a clan familiari. Questa ipotesi, confortata da una serie di
osservazioni concernenti le modalità di combustione dei bambini, dell'inserimento dei resti nelle urne e
dell'associazione di offerte e altri oggetti alle incinerazioni, che si distinguono tra i diversi clusters di uno stesso
strato deposizionale, viene verificata quando possibile attraverso l'analisi del DNA dei resti umani, grazie alla
collaborazione della prof.ssa Laura Ottini del Dipartimento di Medicina Sperimentale. Le nuove ricerche hanno rivelato,
in un punto centrale del campo di urne, nello spazio tra il pozzo sacro e i blocchi disposti davanti al sacello quadrato
dov'era stata rinvenuta una stipe con alcune protomi e maschere in terracotta, l'inumazione di un individuo adulto
disposto supino con la testa a nord, verso il sacello. Bisognerà, tuttavia, attendere i risultati delle indagini
antropologiche in corso e il proseguimento delle ricerche al Tofet per avanzare interpretazioni più fondate
sull'individuo inumato.